Gita al Castello di Sarre

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30 settembre 2012

          Il 29 e il30 settembre scorsi si è svolta in tutta Italia la festa europea del patrimonio 2012 e per l'occasione, come di consueto, gli ingressi alla maggior parte dei luoghi d'arte pubblici sono gratuiti.

E così il gruppo A.F.I. di Donnas non poteva mancare all'appuntamento. Decidiamo di rimanere in Valle d'Aosta visto che nessuno di noi ha ancora visitato il castello situato nel comune di Sarre.

Da sottolineare inoltre che la scelta di viaggiare in treno, tutti assieme, ci ha permesso di trascorrere un pomeriggio di svago, di confronto e di scambio di idee tra le famiglie presenti e di ottimizzare i costi del trasporto (visti i tempi..).

In circa due ore arriviamo a destinazione: il castello è situato su un piccolo promontorio dominante l'ingresso dell'alta Valle d'Aosta. Esternamente non è molto appariscente, al contrario di altri che si incontrano risalendo la Valle, ed invece è stata una bella sorpresa. Raggiungiamo facilmente il viale che porta all'ingresso principale, dal quale godiamo di un bel panorama. Vittorio Emanuele II di Savoia, detto "re cacciatore", lo acquistò nel 1869 per utilizzarlo come dimora estiva. L'uso come sede per la caccia fu anche portato avanti da Umberto I, suo successore. Infine Maria Josè ne fece la sua meta per le vacanze estive, vista la sua passione per l'alpinismo. Ora è testimonianza di residenza alpina e museo della presenza sabauda nella regione Valle d'Aosta. Visto lo scopo principale al quale era destinato, anche i decori delle pareti non potevano che esserne influenzati. Maestosi corridoi e sale ci attendono. Lungo il percorso si possono osservare stampe, dipinti, mobili, oggetti preziosi e curiosi (carino il cappello da notte del re!) che danno la sensazione di un luogo ancora abitato. Il meglio arriva quando saliamo la grande scala interna e arriviamo all'Appartamento Reale. In pratica sono le stanze del re, della regina e del seguito. Qualcosa di veramente particolare lo osserviamo nella Galleria e nel Salone dei Trofei. Quasi tremila corna e diverse centinaia di teste di stambecchi e camosci ornano pareti e soffitti formando enormi rosoni e decori. L'effetto di questi motivi decorativi é senz'altro notevole. Ai giorni nostri si griderebbe allo scandalo ma abbiamo scoperto che non tutti questi esemplari sono trofei di caccia; pare infatti che in parte siano stati trovati morti per cause naturali o che fossero cacciati per ridurne appositamente il numero e preservare la specie.

Un pomeriggio sicuramente positivo e molto apprezzato da adulti e bambini vista la bella compagnia. Alla prossima gita!

Elena e Stefano